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TIRO al BARATTOLO

bimba rom

Livorno mia, dove sei?

 

Mi ricordavo una Livorno solidale, un popolo che c’era e faceva sentire la sua presenza soprattutto nei momenti di dolore.
Di tragedie Livorno ne ha vissute tante, gravissime…  i paracadutisti scomparsi alla Meloria il 9 novembre 1971, gli accademisti schiantatesi sul monte Serra il 3 marzo 1977, la collisione della Moby Prince il 10 aprile 1991, e tante altre  che hanno visto la città con un cuore solo partecipare al lutto di tante persone.
Nella tragedia dei quattro bimbi Rom, Livorno non c’è stata al di là delle Istituzioni e del volontariato. Mi ha meravigliato perché si trattava di “bimbi” e sappiamo quanto noi livornesi siamo attaccati ai figlioli. Oggi la Cattedrale era vuota e quel vuoto si sentiva come un urlo.
Le Istituzioni, i gonfaloni, le corone di fiori… ogni cosa al suo posto. Televisioni, radio e giornalisti hanno riempito i posti loro assegnati nella attesa di qualche immagine da cogliere e qualche scoop da pubblicare. C’erano i preti ortodossi che hanno celebrato con alcuni cantori della comunità rumena,c’erano anche alcuni preti cattolici che in Italia si impegnano tra i rom, i volontari di diversa provenienza . Poi tanti rom, familiari ed amici, rumeni e slavi, cristiani e musulmani. hanno pregato, pianto per tornarsene subito dopo da dove sono venuti.
Ma i livornesi non c’erano. Non c’era la città, non c’era la Comunità ecclesiale, non c’era il popolo solidale di sempre, non c’era il cuore di Livorno.
Qualcuno, però, il suo “cuore” ha avuto il coraggio di manifestarlo: preoccupazione per una presenza sgradita, incomprensione per il dolore altrui, dissenso dell’impegno istituzionale, invidia per un momentaneo sostegno a questa gente quasi fosse leso e derubato di qualche personale diritto.
Anche questa volta i poveri, i rom oggi, ci hanno fatto un servizio, un regalo … ci hanno aiutato a capire cosa veramente alberga nelle profondità del nostro cuore.

14.09.2007